Arte italiana a Parigi: a febbraio la Galleria d'Arte 18 è a St. Germain des Près

Arte italiana a Parigi: a febbraio la Galleria d'Arte 18 è a St. Germain des Près
Parigi (--) dal 02-02-2008 al 28-02-2008
L'arte "bolognese" si appresta a sbarcare a ParigiNon solo a Bologna, ma anche a Parigi. La Galleria d'Arte 18, per il secondo anno dopo il successo del 2006, torna alla Galérie Etienne de Causans (25 rue de Seine), nel cuore artistico della capitale francese - St. Germain des Près - per tutto il mese di febbraio 2008 con una personale e tre collettive che saranno inaugurate ciascun sabato del mese con catalogo presentato dal professor Franchino Falsetti. 2 - 7 febbraio 2008 Personale di Matthew Lauretti Un infaticabile talento che dedica da sempre la sua vita artistica alla ricerca del nuovo, Matthew Lauretti è noto per il dinamismo delle sue opere. I suoi dipinti sono contraddistinti dalle grandi dimensioni, dalla luminosità e dai materiali. Un espressionismo astratto che spazia dalle forme del ‘tachisme' ai virtuosismi della op art.Una pittura misteriosa, in cui l'arte sembra recuperare il suo ancestrale ruolo sciamanico. I Territori dipinti all'inizio del 2000, infatti, sono sperimentazioni di una tecnica ricca di rimandi rituali ispirati ai sandpaintings dei Navajo. Dopo i Territori, le Facce, simili a totem: astrazione di modelli primordiali interiori di una umanità alla continua ricerca dell'origine. In queste opere il colore diventa un'esplosione fauve e il segno si fa ancora più espressionista" scrive di lui Daniela Bellotti. "La prima faccia – racconta Lauretti – è probabilmente l'espressione di un'inquietante fantasia infantile, e dipingere più facce insieme rappresenta l'uscita dalla solitudine, la vittoria sul nemico invisibile, la vita che vince la morte." Bolognese con origini americane, Matthew Lauretti ha sviluppato il suo talento anche grazie a numerose presenze in Italia e all'estero dimostrando, sin dall'infanzia una accentuata predisposizione per l'arte. 9 - 14 febbraio 2008 Collettiva Margherita Calzoni, Rubens Fogacci, Carlo Mezzi, Wanda Benatti, Giorgio Ferretti, Livio Lovisone, Claudia Marchi, Maria Ludovica Pantoli Piletti, Augusto Pondrelli, Paki Meduri: questi i nomi dei protagonisti della collettiva che si terrà dal 9 al 14 febbraio. Margherita Calzoni, bolognese, dipinge sin da piccola. Adesso ha appena 25 anni e ha già partecipato a diverse mostre ed eventi, come ‘Il territorio dell'immagine' a Villa Cassarini Pallotti e il primo concorso delle arti alla Galleria d'Arte 18. Allieva di Marco Ara, di lei il suo Maestro scrive: la pittura informale non è una corrente artistica, è un modo di essere, neanche una moda, è una situazione di crisi dell'arte. Per questa ragione tra i pittori dell'ultima generazione un posto non secondario è riservato a Margherita Calzoni. Rubens Fogacci, anche lui bolognese, basa il proprio lavoro soprattutto sull'ambito fumettistico, che gli ha poi aperto la strada verso la pittura. Dopo diverse esposizioni nazionali e internazionali – a Londra – torna a Parigi con la Galleria d'Arte 18. Carlo Mezzi, parmense, ha fatto parte del gruppo di artisti de ‘La Saletta'. La sua opera, come di lui ha scritto la critica d'arte Francesca Niccolai, si fonda "sull'intrinseca relazione tra la percezione e la creazione". La sua arte prende avvio dallo sguardo e l'oggetto rinasce sulla tela mediato dalla sua sensibilità. Fra gli elementi pittorici il colore risulta predominante, alla base della sua dimensione neoespressionista. Wanda Benatti, urbinate, ha frequentato il Magistero d'Arte presso la Scuola Internazionale di Grafica e l'Accademia di Belle Arti di Bologna. Da diversi anni collabora con architetti ed arredatori nella progettazione di vetrate artistiche, esclusivi "quadri luce" dei quali è unica autrice. Giorgio Ferretti, reggiano, ha una carriera artistica segnata dalla continua ricerca della perfezione nella pittura figurativa, che negli ultimi anni ha dedicato ad un unico tema: il bambino. Sempre indagato dall'arte, sia quella antica che quella moderna, del tema del bambino Ferretti racconta la sua interpretazione attraverso una pittura solida e strutturata, proponendo un nuovo concetto di natalità. Livio Lovisone, affermato architetto torinese, ha cambiato totalmente vita per dedicare anima e corpo al suo talento di artista. Le sue, dice, "non sono ‘immagini', ma soltanto buone e gradevoli forme in accordo con la natura per catturare l'attenzione e consolidare sentimenti popolari". Claudia Marchi, allieva del pittore Alcide Fondanesi, per circa un anno ha frequentato il laboratorio di sperimentazione grafiche Mario Leoni. Ha esposto in gallerie nazionali – a Milano, Bologna, e internazionali – in Giappone, Stati Uniti e Germania. Il professor Franchino Falsetti ha scritto: "la scelta dell'informale è congeniale ad un suo modo di interpretare i silenzi di una società incomunicabile. C'è nella sua arte il tentativo, come ricordava Malevic, di liberarsi della ‘zavorra del mondo oggettivo', un mondo fatto anche di fantasmi, di simbologie ormai estinte e senza alcuna energia vitale". Le creazioni di Maria Ludovica Pantoli Piletti sono concentrate sulla donna, spesso immersa in scenari immaginari che richiamano altre fonti di incanto, come la natura. Da sempre foriero di polisemie ideologiche e culturali, l'essere femminile è infatti sin dalla notte dei tempi in primo piano nell'immaginario collettivo. Le creazioni di Maria Ludovica Pantoli Piletti diventano così richiami a universi evocativi che lasciano via libera all'immaginazione dello spettatore. Le opere di Augusto Pondrelli sono pervase dal classicismo della Scola dei Carracci. Il critico Michelangelo Agostini di lui ha scritto: "la poetica di Augusto dichiara apertamente il proprio tributo alla sensorialità, è un inno alla carne che poi trascende se stessa in epifania dello spirito". La pittura di Paki Meduri, invece, è molto in linea con le ricerche figurative contemporanee ed è concentrata soprattutto sulla rappresentazione del corpo femminile. "Le sue donne - ha scritto la critica Beatrice Bertinini - non sono mai ritratte nella loro interezza e ciò suggerisce la volontà di presentare degli attimi incompleti in cui viene realizzata un'armonia sospesa". 16 – 21 febbraio 2007 Collettiva Stefano Ballantini, Matthew Lauretti, Andrea Scaranaro, Lietta Morsiani, Pietro Mattia Giambanco, Giovanni Mangiacapra, O.B. De Alessi, Kiko Botto: ecco gli artisti che esporranno dal 16 al 21 febbraio. Stefano Ballantini, toscano, allievo dell'Accademia di Belle Arti di Carrara, ha una percorso artistico segnato, soprattutto agli esordi, dalla profonda amicizia con il macchiaiolo Silvestro Lega e poi, in seguito, dall'incisione per poi dirigersi verso una ricerca formale e verso uno studio delle figure. Adesso si affida anche alla casualità per iniziare un quadro: per lui una macchia di colore provocata casualmente su una superficie può essere motivo di suggerimento per un soggetto qualunque. I grandi quadri di Matthew Lauretti sono caratterizzati dalla luminosità e dai materiali. Una delle costanti della sua arte sono i dipinti di Facce, simili a totem. Sua caratteristica è la continua sperimentazione su materiali diversi. Andrea Scaranaro basa il suo percorso artistico sull'utilizzo dell'acquarello e della tempera, frequentando l'atelier di noti pittori e corsi di specializzazione. La critica Daniela Bellotti di lui ha scritto: "L'acquerello è una tecnica difficilissima e che non perdona alcuna insicurezza. Le due prove di questo artista dimostrano una buona padronanza sia nell'opera a colori che suggerisce un evanescente paesaggio, sia nella raffinata carta in monocromo nero." È' stata allieva dell'Accademia bolognese Lietta Morsiani, e negli ultimi tempi la sua produzione, oltre che sulla pittura, si è particolarmente concentrata sulla produzione di sculture in gesso e in pietra che ha esposto in diverse mostre sia in Italia che all'estero. Mauro Mamini Ferrucci e Guido Mariani i suoi maestri. La vitalità: questo il carattere più peculiare dell'arte di Pietro Mattia Giambanco. Le sue sono linee essenziali e dinamiche e i colori sono fortemente pastosi, e i chiaroscuri molto contrastati. L'artista crea un mondo di personaggi di sua invenzione con i suoi ritratti e caricature, pop art e temi classici. Giovanni Mangiacapra, napoletano, ha iniziato l'attività artistica negli anni '70. Nella prima fase del suo lavoro artistico l'aspetto figurato è prevalente, per poi essere sostituito dalla sperimentazione di materiali e colori. Poco influenzato dalle varie e non tendenze artistiche, giunge ad un'interpretazione personale dell'informale e il tema trattato più frequentemente è quello del rapporto squilibrato tra Uomo e Natura, un messaggio in senso ecologico che l'artista ha affrontato in forme diverse e con soluzioni diverse. O.B. De Alessi, di Alessandria, è diplomata all'Accademia di Belle Arti di Bologna, ed è allieva di un master al Chelsea College of Art and Design di Londra, città in cui ha studiato teatro sperimentale presso il Method Studio e pittura al Wimbledon College of Art. I protagonisti delle sue opere sono forme aliene: teste titaniche e corpi fino alla cintura in cui l'identità sessuale mischia labbra femminee e dorsi mascolini. Mariagrazia Villa, sulla Gazzetta di Parma, di lei ha scritto: "Le figure di O. B., colpiscono per quel che esprimono, non per ciò che mostrano: come un gigantesco Amleto straniero, che non sembri gioire di quel che vede". Kiko Botto, infine, è specializzato nella scultura con l'oro. "Una mania costosa - la definisce l'artista, riconoscendo in questo materiale delle peculiarità - lui vive con te, ti restituisce la luce come meglio crede, uscendo dal quadro senza darti la possibilità di fermarlo". 23 – 28 febbraio 2008 Collettiva Daniela Domenichini, Gian Franco Bertolotti, Francesca Mattei, Stefano Fanara, Laura Olivero, Vanni Bellea, Luca Ghielmi, Giuseppe Sassi, Emanuela Mercandelli, Ivana Bomben, Donatella Lenzi, Fabio Frigieri. Daniela Domenichini nasce a Bologna. Si forma nell'ambiente del Novecento bolognese e impara a conoscere e ad amare l'arte e in particolare l'atmosfera intimista e schiva tipica della Bologna di quegli anni. Nella sua pittura è impresso il sogno della sfera intimista ma, in opere come ‘Il libanese' viene fuori un'urgenza di colore che aggredisce. L'incessante ricerca di una forma espressiva personale porta Daniela a trasferire sulla tela anche le sue sculture creando opere dove si fondono, in un felice equilibrio, gli elementi dell'arte classica e contemporanea. Gian Franco Bertolotti, parmense, inizia il suo percorso pittorico alla maniera naif, seguendo le orme del padre. La sua pittura assume invece tratti surrealisti. Inizia una produzione scultorea, oltre che pittorica, dopo la frequentazione dell'Accademia bolognese. "Nessuna corrente e nessun artista voglio che mi influenzi – racconta l'autore - traggo ispirazione dall'attimo della creazione del Tutto per portare un messaggio non convenzionale". Francesca Mattei inizia il suo excursus artistico sin da bambina dedicandosi, innanzitutto, all'acquarello per poi passare all'acrilico che, attualmente, riconosce come il mezzo più diretto per esprimere le sue pulsioni emotive. Filo conduttore delle sue opere é sicuramente il colore e più precisamente è il colore che si fa protagonista e descrive eventi naturali che, nelle sue tele, assumono aspetti del tutto personali. Un artista poliedrico Stefano Fanara. Oltre che pittore, anche fotografo, regista e scenografo. Sono diverse le tecniche che Stefano Fanara utilizza per le sue opere, così come sono vari i maestri che lo hanno formato in campo teatrale, pittorico e cinematografico. Tra i tanti e vari progetti cui ha partecipato, nel 2005 ha realizzato trenta opere donate per la causa "Mai più violenza sulle donne" promossa da Amnesty International Italia. La rassegna denominata "I colori di Amnesty" lo ha visto protagonista con altri 25 artisti di fama internazionale, tra cui il Premio Nobel Dario Fo. Laura Olivero ha una lunga esperienza nella decorazione della ceramica, che ne ha profondamente forgiato il modus operandi. "Il fuoco, infatti – ha scritto il critico Pino Mantovani - ferma l'immagine sul supporto ceramico, senza affermare una appartenenza." Una formazione sui generis per una pittrice : studi artistici negati per preferire la matematica e studi di storia dell'arte ne hanno alimentato il repertorio dei modelli. Vanni Bellea, mantovano, ha iniziato il suo lavoro artistico con degli smalti su tela. Agli inizi del '90, dopo aver provato l'efficacia espressiva di molteplici tecniche pittoriche, si orienta quasi esclusivamente verso la pittura a olio. Nella sua carriera vanta molteplici successi, come il posto tra i 4 finalisti del prestigioso "Premio Arte Mondadori 2001", concorso internazionale con oltre 2000 partecipanti, classificandosi tra i quattro finalisti con l'opera "Casolare nel Vercellese". Luca Ghielmi ha un percorso pittorico diviso in due: fino al 2005 ha basato il suo lavoro artistico sulla produzione di paesaggi di grandi dimensioni in cui il colore è acceso alla stregua della pittura fauve e di quella espressionista. In seguito, è passato a condensare condizioni esistenziali in un noir di illusioni ottiche "ripercepite – scrive l'artista - in personaggi intravisti nei misteriosi legami della memoria". Un'arte in continua evoluzione anche quella di Giuseppe Sassi che, nonostante si sia accostato all'arte da un periodo relativamente breve, già annovera numerose mostre. "Lo scopo del suo dipingere – ha scritto il critico Giuliano Balgera - non è quello di ottenere un piacere privato, solipsistico, bensì quello di offrire al pubblico e agli estimatori ciò che sta vivendo al momento,gli entusiasmi e le positività del suo ottimismo vitale". Diplomata al prestigioso Istituto Marangoni, Emanuela Mercandelli, ha seguito corsi di fotografia, educazione visiva e storia del colore. "Da ribelle – scrive Emanuela – amo la decostruzione delle regole convenzionali sentendo la necessità di una mia autonomia, riconoscendo che l'arte è libera in senso assoluto. Mi piace sperimentare, mi piace il sogno ma adoro lo spessore, prediligo la materia". Ivana Bomben è stata invece allieva della scuola internazionale di grafica di Venezia e le sue opere sono presenti in collezioni private e pubbliche a Roma, Bologna, Padova, Mantova, Vicenza, Parigi, Ginevra, Monaco, Riga, Istanbul. Tra i commenti più belli sui suoi lavori, quello di Ranieri, che ha scritto che le sue opere sono come "suggestioni che ricordano il piumaggio di uccelli fantastici, i toni caldi di tappeti orientali, i profumi di spezie, il fascino dei grandi arazzi quattrocenteschi, la magia delle antiche maschere veneziane". Donatella Lenzi, bolognese, è allieva di Mario Lupo, Demetrio Casile, Roberto Canaider. Un rapporto plurale con la realtà quella che Donatella mette in risalto nelle sue tele in cui i soggetti rappresentati sono spesso ritratti e scorci cittadini: piazze, strade, periferie che diventano i riferimenti ideali per affermare il reale e metterne a punto una sua critica come realtà spesso estranea e alienante da cui si originano incubi, violenze, grida. Fabio Frigieri, bolognese, collabora dal 2001 con il maestro Canadier e dal 2004 al 2005 ha fatto parte de ‘Il laboratorio', circolo di arti visive. Il suo è un ritorno all'arte, dopo un lungo periodo di inattività. Tra le sue realizzazioni più recenti, un'installazione di C. Boltanski per il Museo della Memoria di Ustica. Ufficio stampa: ParkInMedia/Studio Caliceti Tel. 051/5870818 - 5873602Contact: Fabiana Salsi – fabiana@studiocaliceti.it www.studiocaliceti.it

FIERA MAISON & OBJET - PARIGI, 25-29 GENNAIO 2008

FIERA MAISON & OBJET - PARIGI, 25-29 GENNAIO 2008

Dal 25 al 29 gennaio 2008 si svolgerà a Parigi la fiera "Maison & Objet ", salone internazionale della moda per la casa che rappresenta uno degli appuntamenti mondiali più importanti per chi si occupa o si interessa di arredamento casa.

La fiera è nata nel 1995 ed è rapidamente cresciuta fino a diventare uno dei principali appuntamenti fieristici internazionali del settore. In particolare, confrontando i dati dell'edizione di gennaio 2007, si rileva come il numero di visitatori sia cresciuto di un ulteriore 4% rispetto all'edizione precedente ma, il dato ancora più importante è l'aumento (sopra quota 25.000) del numero dei visitatori stranieri rispetto all'edizione precedente. Anche l'ultima edizione ha confermato che la "Maison & Objet" permette di selezionare visitatori estremamente qualificati e interessati ad avere contatti concreti.

Le aziende interessate alla partecipazione potranno beneficiare del contributo camerale che consisterà nell'organizzazione dell'evento, nella compartecipazione all'acquisto e allestimento dell'area espositiva (massimo 10 mq), mentre ogni altra spesa resterà a carico dell'impresa partecipante.

Per aderire all'iniziativa è necessario compilare la dichiarazione che dovrà essere restituita alla Camera di Commercio, via fax, al n. 0861/250290, entro e non oltre il 20 ottobre p.v..